Intervista al concittadino Gaetano Carlucci

INTERVISTA A GAETANO CARLUCCI
VINCITORE DEL "GOOGLE RESEARCH AWARD 2014"
di Angela Stallone


Gaetano Carlucci, nostro giovane concittadino, è uno dei ricercatori del team del Politecnico di Bari che si è aggiudicato il Google research Award 2014 con il progetto “Congestion control for Web real—time communication”. Si tratta di un premio molto ambito, che riconosce i progetti di ricerca più interessanti in tutto il mondo.
Il team del Politecnico di Bari, primo nella categoria 'Networking', ha sbaragliato università come quella di Stanford. Come potevamo negarci una chiacchierata con Gaetano?



Gaetano, innanzitutto parlaci un po' di te: di cosa ti occupi al Politecnico di Bari?
Salve a tutti e grazie per l'opportunità. Sono Dottorando di ricerca al terzo anno in Ingegneria elettrica e dell'Informazione.

Parliamo del progetto vincitore: “Congestion control for Web real—time communication”. Di cosa si tratta e quali vantaggi apporterà agli utenti Google?
Si tratta di un algoritmo di controllo che serve a ridurre i tempi di latenza nelle applicazioni di videoconferenza al fine di aumentare l'interattività della comunicazione. L'algoritmo è stato implementato nel framework webrtc che sarà presente nei browser web (tra i quali Google Chrome) nel giro di un anno.

Nell'ultimo anno hai collaborato con un gruppo di ricerca alla Cisco Systems di Boston. Cosa ricordi con più entusiasmo di questa esperienza?
Gli USA sono un luogo perfetto per fare ricerca in quanto vi è una stretta collaborazione tra università e aziende. In particolare a Boston di fronte alla sede del MIT sorgono anche le sedi di Microsoft, Google, Cisco ed Akamai per citarne solo alcune. Questo permette alle università di attirare fondi per finanziare la ricerca e di conseguenza attirare anche cervelli.

Studiare o lavorare all'estero ci cambia nel migliore dei modi possibili. Non solo dal punto di vista della conoscenza acquisita, ma anche da quello umano: difatti una tale esperienza spinge ad abbandonare la propria 'comfort zone’, tanto più quanto maggiori sono le differenze tra la propria cultura e quella del Paese ospitante. Sei d'accordo con questa affermazione?
In generale si. Le motivazioni che spingono una persona ad andare all'estero sono proprio quelle elencate ma non sempre si riesce a raggiungere gli obiettivi preposti e ad integrarsi nel nuovo Paese. Nel mio caso sono stato fortunato avendo lavorato con un team internazionale molto stimolante e competente.

Hai intenzione di rimanere in Italia dopo il dottorato?
Si, finché ce ne sarà l'opportunità.

Il premio è un riconoscimento non solo al valore della ricerca, ma anche al lavoro di squadra. Quali sono le peculiarità che hanno portato il team barese alla vittoria?
Tanto lavoro, impegno e competenza.

Nel marasma di malcontento, lamentele ed insoddisfazione generale, cui spesso si unisce una certa esterofilia, notizie di successi come quello del tuo team apportano una boccata d'aria fresca. C’è (ed è sempre esistita) un'Italia eccellente, combattiva e di cui spesso ci dimentichiamo. Perché credere in quest'Italia? E perché è necessario farlo?
Il nostro è solo un piccolo esempio di una Italia che, a fronte di tante difficoltà quotidiane, lavora con sacrificio e impegno per raggiungere i suoi obiettivi. Tutti dobbiamo credere nell'Italia a partire dalla classe dirigente che deve rendere il compito dei propri lavoratori meno difficoltoso possibile.  Lamentele ed insoddisfazione fini a se stesse portano all'autodistruzione.

Grazie del tuo tempo, Gaetano. Ad maiora!
Grazie a voi!





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